Bacino

Adige

UoM Adige (ITN 001)

L’Adige, secondo fiume italiano per lunghezza d’asta e terzo per estensione del bacino, nasce in Alta Val Venosta a quota 1.550 m s.m.m. e, dopo aver percorso 409 km attraverso Alto Adige, Trentino e Veneto, sfocia nel Mare Adriatico.

Il bacino tributario dell’Adige copre una superficie di circa 12.100 km² ed interessa anche una piccola parte di Svizzera: il primo tratto si sviluppa dal lago di Resia a Merano, poi lungo la Valle dell’Adige sino a Trento e da Trento a Verona la valle assume la denominazione di Lagarina. Successivamente e fino ad Albaredo, dove chiude il suo bacino tributario, l’Adige assume carattere di fiume di pianura; poi, per successivi 110 km, è pensile fino allo sbocco in Adriatico dove sfocia tra la foce del Brenta ed il delta del Po.

Cartina geografica dell'Adige

In Veneto, i maggiori affluenti sono il fiume Chiampo e i torrenti Tramigna, Aldegà, Fibbio, Alpone e il torrente Tasso.

Il sistema Chiampo – Alpone è formato da un sistema di torrenti e canali, spesso pensili, che confluiscono nel torrente Alpone, il quale nei pressi di Albaredo d’Adige, si immette nel fiume Adige. 

Il torrente Chiampo nasce nel monte Grammolon a Crespadoro, attraversa i paesi di Crespadoro, San Pietro Mussolino, Chiampo e Arzignano; nei pressi di Montebello Vicentino riceve l’apporto del rio Rodegotto. A monte dell’abitato di San Bonifacio riceve l’apporto del torrente Aldegà. Il corso del Chiampo termina presso San Bonifacio con l’immissione delle sue acque nel torrente Alpone. 

L’Alpone è un torrente che nasce nelle Prealpi Venete, sulle pendici del monte Purga di Bolca, a 550 m sul livello del mare, che si trova nel comune di Vestenanova. Il regime torrentizio che lo caratterizza è interessato da piene molto significative nei periodi piovosi; il torrente ha una lunghezza di 38 km con un bacino di 283 km². Una delle aree interessate in maniera significativa dagli eventi alluvionali del novembre  scorso è stata quella afferente al sistema Chiampo – Alpone. 

Come reso evidente dall’evento alluvionale del novembre 2010 e da quello dell’ottobre 1992, il sistema Chiampo-Alpone rappresenta una fonte di pericolo che incombe su molti centri urbani, sull’importante tessuto artigianale/industriale ed infrastrutturale della zona (autostrada A4 MI-VE, Strada Regionale n. 11, linea ferroviaria MI-VE, zone industriali), ma che riguarda anche un’ampia zona agricola, in alcuni casi altamente specializzata. 

Va evidenziata la consistente derivazione ad uso idroelettrico del canale ex-Sava nei pressi della diga di Pontoncello, e la presenza della galleria scolmatrice denominata “galleria Adige Garda”, che può scolmare portate fino al massimo di 500 m³/s contribuendo sostanzialmente alla sicurezza idraulica dei tratti a valle. Quest’ultimo manufatto venne iniziato nel 1939 e terminato nel 1959 (con una lunga interruzione dal 1943 al 1954), venne messo in esercizio nel 1960 ed è stato utilizzato per la laminazione dei colmi di piena.

Una peculiarità del bacino dell’Adige è poi dovuta al fatto che esistono attualmente numerosi bacini artificiali, aventi capacità di invaso variabili, dai valori massimi di 183 milioni di m³ di S. Giustina e 118 milioni di m³ del lago di Resia, ai valori minimi di 100.000 m³ per l’invaso presente in VaI d’Ega e di 90.000 m³ per quello di Sarentino. Complessivamente i serbatoi artificiali compresi all’interno del bacino idrografico del fiume Adige hanno un invaso di oltre 500 milioni di m³.

Il Fiume Adige è stato soggetto a periodici fenomeni di piena che in alcuni casi, o per superamento, o per rottura degli argini, hanno dato luogo a esondazioni e allagamenti. A seconda delle caratteristiche dei fenomeni meteorologici scatenanti e della parte di fiume interessata, le piene dell’Adige presentano dinamiche differenti.

Nella parte veneta del fiume si verificano esondazioni nel tratto del comune di Brentino Belluno, nel tratto di Rivoli, nel tratto di Pescantina e nel tratto posto immediatamente a valle della città di Verona (nella zona del depuratore e a Porto S. Pancrazio).

Vanno richiamate le condizioni di fragilità idrogeologica della Lessinia che da sempre manifesta uno stato di dissesto generale delle vallate, con abbondante movimento di materiale terroso trasportato dalle piene a causa dei continui movimenti franosi dei versanti e delle scarpate fluviali.

Comuni coinvolti:

Attualmente l’adesione all’Osservatorio risulta effettuabile solo per i Comuni del territorio Veneto del fiume Adige.

AFFI, ARCOLE, ARZIGNANO, BELFIORE, BRENTINO BELLUNO, BUSSOLENGO, CALDIERO, CAPRINO VERONESE, CAVAION VERONESE, CHIAMPO, COLOGNA VENETA, COLOGNOLA AI COLLI, COSTERMANO SUL GARDA, DOLCE’, FERRARA DI MONTEBALDO, GAMBELLARA, GREZZANA, LAVAGNO, LONIGO, MEZZANE DI SOTTO, MONTEBELLO VICENTINO, MONTECCHIA DI CROSARA, MONTEFORTE D’ALPONE, MONTORSO VICENTINO, PASTRENGO, PESCANTINA, RIVOLI VERONESE, SAN BONIFACIO, SAN MARTINO BUON ALBERGO, SAN PIETRO MUSSOLINO, SANT’AMBROGIO DI VALPOLICELLA, SOAVE, VERONA, VERONELLA, ZERMEGHEDO, ZEVIO, ZIMELLA

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